commento al fascicolo n. 79

La Creazione primordiale spirituale e materiale e la caduta di Lucifero e degli spiriti

 

Avventurarsi a comprendere l’atto della creazione originaria degli esseri, presuppone di dover accettare che un  argomento di una simile immensità, possa non essere facilmente  accessibile a chiunque. Bisogna essere in grado di proiettarsi all’origine del tutto, a quel “Sia Luce” (Genesi 1,3) raccontato nella Sacra Scrittura, il cui significato misterioso e ricco di domande, ancora oggi continua a far discutere nugoli di ricercatori della verità, desiderosi di orientarsi in quel tempo infinitamente lontano, dove non era esistente nulla, oltre all’essenza della Divinità che riempiva tutto lo spazio, uno spazio infinito.

Questo primo atto del Creatore, frutto di un potente impulso d’Amore, non deve essere confuso con la cosiddetta ‘Creazione’, cioè con il mondo materiale e i suoi innumerevoli astri raggruppati in buon ordine secondo costellazioni che dalla Terra vediamo come puntini luminosi nel cielo stellato, piuttosto, il “Sia la luce!”, fu la capacità della Divinità di emettere fuori da Sé qualcosa di proporzionato al Suo Essere, alla Sua illimitata essenza che riempiva l’infinito.

E fu proprio con questa prerogativa, l’infinità, che Dio, dopo tempi inimmaginabili - poiché Egli è senza tempo, cioè esistente da sempre - decise di concentrare in un punto fuori da Sé, un essere quale contenitore in cui riversare una goccia della Sua stessa essenzialità, del Suo fuoco eterno, una luce in cui potersi rispecchiare. È chiaro che, volendo dar vita a qualcosa proveniente da Sé, essendo Egli stesso ‘Vita’, ed essendo immenso, doveva creare qualcosa di vivente, pari a Se stesso.

In questo corposo fascicolo sulla Creazione, le pregnanti e ripetute spiegazioni divine ci consentono di accostarci gradualmente a  quel primo atto e alla sua conseguenza, cioè il procedere di quella prima creazione spirituale - Lucifero- e il suo successivo sviluppo.

Quell’essere creato era pari a Dio stesso, cioè possedeva le Sue stesse caratteristiche di luce e forza, tant’è che fu e venne considerato “il portatore della Luce”. Egli era esteriormente pura luce, però, dovendo esprimere l’essenza della Divinità,  aveva in sé in ugual misura anche tutte le altre caratteristiche della Divinità: ordine, volontà, sapienza, pazienza, serietà, amore, misericordia… cioè i sette punti di forza che la Divinità stessa esprime.

Ci viene qui spiegato che il rapporto tra questo primo essere creato e il suo Creatore - nonostante egli non potesse vederLo, essendo un essere creato, mentre la Divinità è increata -, procedette per eoni di tempo nella più completa beatitudine, poiché Lucifero sentiva la Sua voce, così come la sentivano tutti gli esseri che questo primo spirito creava, anche se, chiaramente, grazie alla forza della Divinità in sé. Con questo primo atto creativo, con Lucifero, la Divinità poté essere considerata non più come una Presenza evanescente e imponderabile che permeava l’infinità, ma come un Essere – in un certo senso – visibile e completo, che si manifestava nella Sua stessa creatura, quindi, come un Dio ponderabile.

Dunque, questo primo essere creato, potendo esternare con la forza della Divinità invisibile ogni Suo potere, rese possibile che attraverso lui stesso fossero creati mondi di una grandezza e bellezza sconfinate (primo giorno in Genesi). Ma non solo; poiché dopo tempi altrettanto eterni, essendo tutti questi mondi ancora spogli, e tuttavia atti alla vita (perciò «…Dio vide che la luce era buona…») gli fu anche concesso , diciamo così, il dono di creare degli esseri simili a lui, sempre con la forza di Dio in sé, e ciò avvenne per eoni di tempo durante i quali furono creati esseri in numero sconfinato, poiché anche questi avevano la capacità, tramite la forza di Dio in loro, di produrre a loro volta non solo innumerevoli Creazioni, ma anche esseri simili a loro (7067).

Comprendere la dinamica di questi tempi e di queste fasi, non è per nulla facile, poiché le forze in gioco esulano dai concetti di tempo e spazio che noi esseri umani su un pianeta piccolissimo del Cosmo, potremmo mai arrivare a concepire; il piano terreno su cui interagiamo, legato ai giorni e agli anni terrestri della nostra brevissima peregrina vita, è nulla, se confrontato all’infinità. Perciò, anche le spiegazioni che ci vengono date in questi dettati, sono comprensibili in modo relativo, sempre e comunque proporzionate alla fede e alla conoscenza di ciascuno rispetto ai misteri spirituali, cioè, così come ognuno di noi si pone in rapporto allo spirito in sé risvegliato dal proprio amore verso Dio, il Creatore (7067) che vuol essere ‘riconosciuto’ come Padre.

E fu proprio questo mancato riconoscimento, la causa della ‘caduta’ di Lucifero e di una parte dei suoi creati; infatti, dopo ulteriori tempi infiniti in cui questi esseri avevano vissuto nella perfezione e beatitudine più assolute, Lucifero cominciò a credere di poter fare a meno della Divinità, che lui conosceva benissimo, sebbene solo come ‘voce’ in sé, così come la conoscevano anche tutti i creati, avendo tutti in sé la stessa ‘voce della Divinità’, pur non vedendoLa. Ci viene spiegato che essi erano miniature della Divinità (6991), essendo tutti esecutori della Sua Volontà; e tuttavia, poiché erano stati creati liberi, tutti avrebbero dovuto spontaneamente dimostrare, proprio tramite questa loro libera volontà, l’amore verso Colui che aveva concesso loro la vita e da Cui traevano luce e forza, anche se attraverso un loro progenitore che aveva operato lui per primo con la stessa forza della Divinità. Invece, Lucifero, che voleva staccarsi dalla Divinità perché nel tempo della prova aveva cominciato a credere di possedere la forza da sé (6954-8401-8975), trasmise questa idea anche ai suoi creati, i quali, anziché chiedere chiarimento su questo alla ‘voce’ in sé, accettarono le spiegazioni di colui che li aveva creati, perché lui, lo vedevano. Inoltre, quell’dea che la Divinità non fosse in grado di presentarsi come reale (7067), fu anche per loro un altro fattore deviante, che li spinse a fidarsi di colui che invece, essi vedevano. Lucifero diventò così, sempre più orgoglioso nell’idea di poter rappresentare la Divinità in modo autonomo, imponendosi su tutti i creati come il loro creatore, e deviando la loro volontà verso di sé quale unico dio esistente.

Anche riguardo a questo, ci viene spiegato che passarono tempi eterni affinché si completasse la consapevolezza della scelta da parte di ciascun essere, nonostante tutti fossero stati creati perfetti, e tali sarebbero dovuti rimanere per tempi eterni. A questa prova della volontà furono soggetti tutti, finché la Divinità non si rese del tutto assente nei confronti di coloro che autonomamente e nella libertà avevano scelto di allontanarsi dalla Luce originaria, e dunque, sempre più persero la forza proveniente da Dio e, senza luce né forza, si indurirono da se stessi. Ciò determinò una scissione tra quelli rimasti fedeli alla Divinità invisibile, e quelli che continuarono a seguire Lucifero, e la conseguenza per questi ultimi, fu lo scioglimento della loro essenzialità in microscopiche particelle immesse poi nella materia, dalla quale avrebbero potuto liberarsi dopo tempi altrettanto eterni, man mano che in questo nuovo stato avessero imparato a servire.

Nel tempo, quando la materia completa il suo scopo, l’essenza animica che la rende stabile, fuoriesce e si lega animicamente con altre particelle dello stesso spirito originario, per essere in seguito reintegrata in una materia un po’ più evoluta. Perciò, man mano che il tempo scorre, tutto il mondo materiale trasmuta nel vegetale, e da questo nell’animale, fino a quando le infinite particelle di uno stesso spirito potranno riunirsi e  formare l’anima di un essere umano. Infatti, l’uomo rappresenta il primo gradino per la nuova vita spirituale di quell’essere originario caduto, che nella sua nuova forma (animica) ricreata deve dimostrare ciò che allora respinse, a causa della sua caduta o apostasia. Esso deve dimostrare la fede in un Dio e riconoscerlo come Padre. Un percorso lunghissimo che gli consentirà di riacquistare la luce e la forza di un tempo, mettendo a frutto l’esperienza di infinite vite vissute nella moltitudine di mondi che avrà dovuto attraversare,  esperienza grazie alla quale poter apprezzare l’infinita essenza del Creatore che in questo nuovo percorso ora lo guida con la Sua mano, alla riscoperta della propria originaria perfezione, degna di un’infinita beatitudine.

 

 Amici della Nuova Rivelazione

 

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[Isaia cap. 14,12-23]: «Come mai sei caduto dal cielo, Lucifero, figlio dell'aurora? Come mai sei stato steso a terra, signore di popoli? Eppure, tu pensavi: “Salirò in cielo, sulle stelle di Dio innalzerò il trono, dimorerò sul monte dell'assemblea, nelle parti più remote del settentrione. Salirò sulle regioni superiori delle nubi, mi farò uguale all'Altissimo”. E invece sei stato precipitato negli inferi, nelle profondità dell'abisso!»

 

 

[fascicolo n. 79]