Commento al fascicolo/raccolta n. 44

di Bertha Dudde

 

“La nuova relegazione”

 

 

Relegazione! La nuova relegazione! Una parola nuova per esprimere un concetto nuovo, non affrontato in maniera chiara da nessun profeta, ma solo indicata come “la morte seconda”, essendo sempre esistito nell’idea di Dio il come riportare a ‘casa’, nella Casa paterna, anche gli irriducibili oppositori del Suo Amore.

Nell’Opera di redenzione immaginata dalla Divinità e realizzata attraverso l’incarnazione della Sua seconda Caratteristica, la Sapienza, derivata dall’Amore originario, Gesù, restava però esistente un elemento dissonante con l’essenza del Padre tutto Amore, e tale per cui la sua eterna durata – l’inferno – non poteva rappresentarLo pienamente. “Se Lui era tutto Amore, come poteva sussistere un inferno eterno, visto che, nonostante tutto, Egli è anche Giudice perfettissimo?”. – Quel terzo dei ‘caduti’, sebbene ridotto nel tempo, avrebbe potuto ugualmente sussistere, traviato dai più irriducibili, appunto per l’eternità? Occorreva una soluzione: il regno millenario [Apocalisse cap. 20]!

In tale ulteriore spazio di tempo, in una seconda epoca di redenzione, tutto ciò che non si era ancora redento, ossia tutti gli spiriti che avessero rifiutato l’Opera di redenzione del Salvatore, sarebbero stati ri-suddivisi nelle loro particelle animiche spirituali come nella prima caduta, e re-legati nuovamente nella materia, e tale nuova relegazione [la morte seconda - Apocalisse: cap. 2,11 / cap. 20,6 / cap. 20,14 / cap. 21,8] non avrebbe tolto la reminiscenza alle particelle relegate, al fine di consentire loro una ulteriore possibilità di scelta consapevole, certamente dopo un lunghissimo ulteriore tempo nel ‘servire’ la natura.

Se con la prima incarcerazione, e quindi con un lungo sviluppo spirituale nella materia fino a un essere umano, ma senza reminiscenza – quindi con la concessione del libero arbitrio – il rifiuto di Dio non gli avesse permesso una risalita verso l’alto, e se dopo la morte fisica, anche nell’inferno quella stessa anima avesse ancora rifiutato l’Amore della Divinità e di tutti i Suoi figli fedeli, allora una ulteriore re-incorporazione nella materia – questa volta con la consapevolezza del peccato, e quindi per altri tempi lunghissimi (nel minerale, poi nel vegetale, poi nell’animale e infine in una forma umana) – sicuramente avrebbe comportato per quell’anima ‘caduta’ una scelta meno libera, ma certamente più razionale, ed essa sarebbe stata stimolata a rifiutare la sua eterna opposizione, fino a farle riconoscere finalmente il grande Amore della Divinità primordiale, il Padre originario!

Per gli uomini di questa Terra, qui dove il Salvatore ha posato il piede, la relegazione è temporalmente indicata con il tempo del Giudizio, tempo limite dopo un certo periodo di redenzione concesso affinché tutti quelli che sono a conoscenza dell’incarnazione e resurrezione di nostro Signore in Gesù - ed esortati a credere in vista dei terribili tempi e degli eventi fisici profetizzati cui andiamo velocemente incontro, e che si faranno sempre più evidenti - possano essere salvati se si affideranno completamente nelle mani soprannaturali di Dio, il Quale ha promesso aiuto e salvezza dalla terribile relegazione a tutti quelli che, nel tempo della fine, si affideranno a Lui.

Per le anime che hanno già vissuto qui come uomini, il cui cammino nell’aldilà dovesse continuare a sprofondare nell’abisso, piuttosto che tendere a una risalita della loro condizione spirituale, e per i quali l’Opera di redenzione presentata continuamente non portasse alcun aiuto perché sempre rifiutata, allora, in coincidenza con il tempo del Giudizio sulla Terra, è decretata anche per loro la morte seconda, ossia una nuova relegazione qui sulla Terra nella materia ritrasformata nella sua nuova ricostituzione appena dopo il grande Giudizio.

Tutto ciò che l’Amore del Padre aveva stabilito e fatto profetizzare nel corso dei secoli per prepararci all’evento del Giudizio, è alle porte! La soluzione dal Suo Amore è una ricostituzione della materia su questa Terra, da dove il maligno sarà allontanato per un lungo tempo, e lo spirituale ribelle, relegato nella materia ritrasformata, ma stavolta con la reminiscenza. Ciò renderà l’inferno meno eterno, cioè, sebbene in un tempo lunghissimo, tuttavia non eterno, giacché la perfezione del Creatore non avrebbe potuto creare qualcosa proveniente da Lui ed emarginarlo in una condizione di opposizione eterna! Era solo necessario trovare una soluzione per gli irriducibili oppositori: solo una questione di tempo!

Dopo l’evento apocalittico mondiale, il successivo ‘tempo dell’afflizione sarà determinante per comprendere il concetto salvezza/redenzione in maniera adeguata, così come quello della relegazione, poiché tutti gli sforzi dei credenti dovranno essere utilizzati per cercare di convertire proprio quegli spiriti demoniaci incarnati o agenti mentalmente (possessione) nei non credenti. Ed ecco il perché dei continui inviti a riconoscere la verità, a credere nell’aiuto soprannaturale delle forze del bene, a mettere in pratica una vita nell’amore e, con tenacia, a resistere alle tentazioni del mondo, affinché in tale ‘ultimo tempo’, indicato come ‘breve’, i credenti sopravvissuti possano mettercela tutta a non cadere e a collaborare per salvare il salvabile. Infatti, solo la forza di Gesù, il Salvatore, può determinare una lotta vincente in coloro che testimonieranno la fede di fronte ai soprusi degli asserviti al male, e proteggerli dalla persecuzione.

E’ ammissibile che l’uomo, quale elemento terminale della Creazione che raccoglie in sé (nella sua parte animica) tutte le particelle luciferine che hanno compiuto la loro evoluzione, scontando la ‘pena’ della tolta-libertà attraverso gli elementi minerali-vegetali-animali, e avendo infine avuto l’onore di fare da ‘base’ – eventualmente – a uno spirito incarnato, rinunci alla possibilità offertagli nella sua ultima condizione di ‘uomo’, quindi ‘libero’, di ritornare smembrato e scomposto nella condizione originaria, ossia nella sua essenza di particelle elementari, per ricominciare un ulteriore percorso evolutivo che potrebbe durare ancora tempi inimmaginabili? E tutto ciò, per non aver voluto rispondere a quell’unica domanda: Vuoi tu, creatura di Dio, diventare figlio Suo?”

Un esempio di ciò, potrebbe essere rappresentato da un matrimonio mancato! Che cosa farebbero i parenti e amici degli sposi se, invitati allo sposalizio preparato con cura in ogni dettaglio (cerimonia, chiesa, ristorante, regali, viaggio, casa), si vedessero cancellato l’evento felice, proprio all’ultimo minuto, perché lui o lei non se la sono sentita – non andando all’altare – di mantenere l’impegno preso precedentemente?

Un altro esempio potrebbe essere quello di uno studente che, intrapreso un piano di studi (impegnativo oppure no, breve o lungo, costoso o gratuito, indirizzato a una professionalità oppure per propria cultura), dopo sacrifici, impegni, rinunce, costi affrontati dalla famiglia, al momento dell’esame che certificherebbe la sua preparazione, vi rinuncia, disconoscendo tutto l’impegno affrontato, sia i sacrifici, sia gli obiettivi, sia la volontà iniziale, e lasciando con un palmo di naso commissari, insegnanti, familiari e amici! Che cosa penserebbero tutti loro, quando verranno a sapere della sua rinuncia?

Così è per ciascuno di noi! Tutto il mondo spirituale, è in attesa della conclusione del cammino terreno di ciascuno, ed accoglie nell’aldilà ogni anima affinché essa accetti di rispondere a quell’unica domanda: “Vuoi tu, essere figlio?”. Tra i due esempi sopra citati, c’è però una notevole differenza! Nel primo, la data del matrimonio può essere spostata in continuazione, e pazienza se l’attesa di quell’anima nell’aldilà avrà un tempo eterno o quasi, prima che essa si decida al passo dell’amore per quell’unico Dio che gli ha dato la vita. Nel secondo invece, è rappresentata esattamente la condizione umana alle soglie del Giudizio universale annunciato da tempo sulla Terra.

Infatti, all’uomo, cioè all’umanità su questa Terra, attraverso gli elementi della natura (la commissione d’esame) sarà dimostrato inequivocabilmente che il momento dell’esame è arrivato, e quindi che la domanda insita negli sconvolgimenti annunciati che diventeranno sempre più pressanti man mano che si avvicinerà l’avvenimento finale, è enunciata. Come potrà esso esimersi dal rispondere, o esimersi dalla consapevolezza d’essere ‘creatura’ in divenire, ossia ‘figlio’ ancora lontano dal Padre?

Eppure a un tale Padre basta un cenno! Con il Suo lungo amorevole sguardo, vedendo il Proprio figliolo, anche se da lontano, Egli si appresterà a corrergli incontro, senza chiedergli più conto dei motivi dell’allontanamento volontario, e anzi facendo finalmente festa per quel ritorno tanto sospirato!!

 

Amici della nuova Rivelazione

 

 

[Fascicolo n. 44]