Commento al fascicolo
n. 195
“Golgota”
Il cammino di sofferenza di Gesù
“Seguire le orme di Gesù”, questo è il monito di questa raccolta in cui il Padre celeste ha voluto indicarci un importantissimo monito, attraverso cui tutti noi, uomini di questa Terra, siamo chiamati ad adempiere, per riottenere la vita spirituale donata all’origine a ciascuno di noi, spiriti creati, che dobbiamo ritornare a Lui.
La Terra è stata creata unica nel suo genere. Qui, in questo pianeta tra i più piccoli e bui dell’intera Creazione, siamo stati eletti a essere da ‘ponte’ tra lo spirituale e il terreno, ed è proprio qui e in nessun altro pianeta della Creazione che si è incarnato il ‘Figlio’ della Divinità, Colui attraverso Cui sarebbe stato possibile il riscatto dalla colpa, generata per via della caduta di una cospicua parte degli spiriti/angeli caduti, provocata dal primo essere creato, Lucifero, che li trascinò.
Quell’immensa colpa doveva essere pagata. La Divinità, per la Sua Giustizia, necessitava della soddisfazione dell’affronto, altrimenti ciascuno dei caduti avrebbe dovuto ‘pagare’ il suo debito con una sofferenza proporzionata all’apostasia volontaria. Invece ‘l’Amore’ di Dio si assunse il carico del pagamento del debito, un Essere proceduto dall’Amore di Dio (8263), e la nostra Terra divenne il luogo attraverso cui ‘l’Amore’ avrebbe ottemperato il Sacrificio espiatorio affinché si realizzasse la redenzione dei caduti.
Duemila anni fa il tempo della maturazione dell’umanità per comprendere il significato della venuta del Redentore è giunto, cioè la possibilità per ‘l’Amore’ di incarnarsi. Perciò venne Gesù, indicato come ‘Figlio’ di Dio e fratello (5478-6233-6367-7318-7319-7381-7577) di tutti gli spiriti originari. Durante la Sua vita riuscì a vincere tutti i desideri carnali insiti nell’uomo e perciò, grazie al Suo stesso amore verso la Divinità, ottenne l’unione con Lui (5791-7083-8123-8131), per cui nella sua opera durante i tre anni d’insegnamento, essendo unito al Padre, era come se operasse Lo stesso Padre in Lui.
Solo attraverso un Uomo terreno come Gesù, ripieno di amore, non soltanto perché era ‘Amore’, di nome e di fatto, che Egli riuscì a ottenere l’unione col Padre, ma per l’enorme impegno della Sua anima nella ferma Volontà di non cedere mai al peccato, e riuscì a mantenerSi puro perché proveniente dalla purezza della Luce in Sé.
In queste comunicazioni a BD la spiegazione si occupa di presentare il senso del Golgota, cioè la volontaria via verso la croce. Perciò, un cammino di enorme sofferenza dell’anima di Gesù, mentre nel contempo, anche la Divinità in Lui soffrì per gli stessi peccati degli uomini (8123), e diede all’anima di Gesù la necessaria forza per resistere a quelle immani sofferenze, altrimenti qualunque essere umano sarebbe morto ben prima di giungere al luogo del supplizio.
Solo in due occasioni la Divinità si ritirò (7764-7792): durante la preghiera nel Getsemani e negli ultimi istanti di vita, prima dell’ultima parola dalla croce: “Padre, perché Mi hai abbandonato?”. Comprendere il cammino di sofferenza di Gesù è necessario per capire l’esigenza del riscatto della colpa originaria di Lucifero e di tuti i caduti di un tempo, e quindi anche il seguito, cioè la relegazione nella materia per tempi lunghissimi, finché, solo quando le particelle animiche evolute attraverso i regni minerali, vegetali e animali, fino all’anima dell’uomo, e solo in quest’ultimo stadio come uomo, lo spirito originario caduto, ora riassemblato, può riottenere la figliolanza, e solo su questa Terra, sempre però, se e quando riconosce la Divinità nelcammino di sofferenza di Gesù-Dio, e quindi negli insegnamenti del Padre attraverso di Lui.
Perciò, solo comprendendo e seguendo il Suo cammino di sofferenza, quindi riconoscendo di dover accettare delle sofferenze simili – se necessarie nella propria vita terrena, se per amore verso i fratelli sono necessari – che si dimostra la fede in Lui, e quindi chiede il perdono dei peccati, per il riscatto, sia di quelli commessi durante la vita terrena, sia di quello originario. Solo così si potrà essere liberati dagli influssi del mondo delle tenebre, da satana/lucifero, e vincere così la ‘morte’, per l’eternità.
Tutti i figli sono chiamati a dimostrare questa fede, dimostrare di amare Gesù, condividere la Sua sofferenza, accettare gli insegnamenti dell’amore, e quindi, mettere in pratica tutto il senso dell’amore verso Dio e verso il prossimo.
La promessa del Padre tramite Gesù è certa (8131): “Unirsi con lo Spirito del Padre-Gesù dall’eternità!”