Commento sul tema
al fascicolo n. 14
Il senso e lo scopo della sofferenza
La vita sulla Terra, il luogo dell’incarnazione di nostro Signore, viene presentata nelle comunicazioni dal Cielo come la più ardua e difficile per gli uomini di tutti i popoli, i quali, continuamente sono soggetti ad affrontarla con vicissitudini che apparentemente farebbero credere in una mancanza della misericordia del Padre, poiché a tutti noi accadono spesso eventi tali da innescare sofferenze sia fisiche che interiori che spesso si trascinano per tutto il tempo della vita. Quindi un tema, questo, che va compreso in modo approfondito.
Nei primi dettati a B. Dudde dal 1937 e poi durante la grande guerra del ’40-‘45, poteva sembrare che il riferimento alla sofferenza fosse riferito a quel tempo; invece, solo nella continuazione del ricevimento di dettati per questo tema, anche in seguito alla conclusione di quella guerra che coinvolse tutti i popoli dell’Europa, la sofferenza viene spiegata nei tantissimi dettati in tutti i suoi aspetti, dove ci viene indicato che esisterà ‘un tempo’ in cui ogni essere umano della Terra ne dovrà essere toccato. Quindi si tratta di capire il perché l’uomo deve soffrire!
Vero che in alcuni punti viene osservato che il credente, se si rivolge a Dio-Gesù nell’ora del bisogno, gli potrà essere concessa una sospensione o comunque un alleggerimento della gravità del suo peso, ma solo a coloro che saranno completamente ‘uno’ col Padre, coloro che saranno salvati nell’ultima ora. Mentre per tutti gli altri che non avranno raggiunto il collegamento interiore tramite la ‘Parola interiore’, si tratterà invece di rendersi conto che si ‘dovrà accettare’ una sofferenza sempre più elevata, e che solo la morte la allevierà, quando l’anima si libererà dei legami fisici con il corpo e scambierà questa sofferenza terrena con la beatitudine nell’aldilà, avendo pagato il suo debito già sulla Terra.
Se infatti si scende più in profondità nella comprensione del linguaggio di queste comunicazioni, quasi sempre velato, si scopre che tali indicazioni sono proprio per il ‘tempo della fine’, in particolare per coloro che aspireranno a sopravvivere l’avvenimento (fasc. 109) e che dovranno passare il breve tempo (pochi anni) fino all’ultimo giorno (fasc. 138) in una grandissima apprensione o afflizione, sia dovuta alle condizioni di vita determinate dalla distruzione diretta dall’avvenimento, sia per gli eventi della natura con condizioni climatiche sempre più scatenate, sia per la vessazione di quegli uomini, quali fratelli (in divenire) vessati dall’avversario, il quale, imperando spiritualmente, cercherà di stimolare loro, i lontani da Dio, a sopravvivere con soprusi di ogni genere, predominando sui credenti e sui più deboli. Quindi sarà perpetrata ogni tipo di sofferenza sia fisica che psicologica alla quale opporre – e perciò l’asfissiante invito del Signore – la propria fede in un Essere superiore Cui donare la propria sofferenza e il proprio amore, ed accettare i soprusi di quel prossimo imperante, ma verso cui riversare gli insegnamenti del Signore per invitarli a rivolgersi a Dio spontaneamente e sperare nella Sua misericordia, al fine di credere nel terribile giudizio dell’ultimo giorno che si avvicinerà sempre più.
Perciò, sia il Signore, come anche gli invisibili aiutanti della luce, ci chiedono di soffrire per gli altri, affinché, accettando pazientemente le proprie sofferenze, sia alleggerita temporaneamente l’altrui sofferenza così da determinare in loro una breccia nelle loro tenebre, e con l’aiuto invisibile dall’Alto, se anch’essi si rivolgono al Cielo, all’Essere che li ha creati, con un tale volontario atteggiamento riescano ad allontanare le forze delle tenebre dell’avversario che li tiene avvinti a sé. In effetti, non viene indicato ‘il come’, ma se diamo uno sguardo al passato, ciò può essere inteso come un invito ad immolarsi per gli altri, ma non in modo silenzioso, bensì ponendo sempre il Signore davanti a se stessi e, di conseguenza, davanti agli altri la Figura del Padre misericordioso. Cioè, in un momento di bisogno in cui il prossimo viene vessato da tali uomini cattivi, occorrerà farsi avanti sia, eventualmente, per immolarsi per gli altri chiedendo di subire su di sé l’eventuale martirio, pur di aiutare il prossimo ad alleggerire la sofferenza che potrebbe toccare loro, sia chiedendo in modo manifesto l’aiuto al Signore, quindi dichiarando apertamente la propria fede e sperare in un aiuto straordinario cui – come viene promesso – ci sarà se i cuori di tutti i credenti, in quel contesto, si rivolgeranno a Gesù, o talvolta, anche agli aiutanti celesti, se dal Signore sarà concesso loro di intervenire per la loro salvezza.
Le innumerevoli esortazioni contenute in questo fascicolo, sono perciò l’applicazione pratica del Vangelo, essendo da mettere al primo posto, sempre, l’amore per il prossimo, o comunque, l’accettazione della propria croce, per concedere all’anima – tramite lo strumento della sofferenza – un guadagno dei propri meriti spirituali, o comunque, una compensazione di ciò che essa non è riuscita ad ottenere con la vita trascorsa al di fuori dell’ordine dei Comandamenti di Dio.
Ringraziamo il Signore per tutto ciò che ci ha donato e che continua a donarci, perché il tempo in arrivo lascia presupporre che tutto non sarà più come prima!
Amici della Nuova Rivelazione
Tempo futuro
Tutto passa, sì, e indietro non ritorna più
lasciando dietro sé, quel che un giorno fu!
E tutto vien portato là dove sempre starà
insieme a tutto quel che mai più tornerà!
Niente di quel che fu, potrà più ritornare
e la vita vissuta qui, tutta dovrà passare!
Così è stabilito da sempre, evidentemente,
per indicarci dove sta la vera vita, che non mente!
Solo nel tempo futuro, in quello immane, superiore
si troverà l’essenza vera della vita, la più interiore,
e anche nell’aldilà, il tempo scorre e andrà vissuto:
ma che diversità: il suo scopo, là, sarà da Lui sostenuto!
G.V.