B. D. nr. 8975 a/b
(15/16. 05. 1965)
La creazione del primo spirito fu un atto di grande felicità per Dio
(il Signore):
Il motivo del Mio regnare e operare in tutto l’infinito è sempre derivato dalla Mia perseverante Volontà di creare, dalla Mia forte immutabile forza, come anche, dal Mio immenso Amore che volle attivarsi, trovando una certa soddisfazione solo quando si creò degli esseri in grado di accogliere e restituire questo Amore, giacché il Mio Amore necessitava di un vaso che Gli si aprisse e accogliesse il Mio Amore, e poi lo irradiasse di nuovo a Me. E questo diede luogo a un inimmaginabile atto di felicità tale, che a nessun essere creato sarà mai comprensibile.
Dopo un tempo infinitamente lungo nella totale solitudine, il desiderio di un reciproco scambio crebbe con sempre più forza, sebbene Io potessi già rallegrarMi abbondantemente nelle Creazioni spirituali esternate da Me, perché grazie alla Mia Volontà ero in grado di vedere ogni Mio pensiero come un’Opera compiuta, e questi Miei pensieri erano incalcolabili, poiché creavo costantemente, e ciononostante, non percepivo nessuna diminuzione della Mia forza creativa, ma, al contrario, questa aumentava sempre di più, quanto più la utilizzassi.
Quando poi Mi spinse il pensiero di crearMi un contenitore per la forza dell’Amore che doveva essere formato come Me, che Io volevo dotare con tutte le Mie caratteristiche e che quindi doveva essere esternato come una Mia immagine con la stessa potenza creativa e la Mia stessa forza, allora bastò già solo il pensiero, e quest’opera della Mia Volontà stette davanti a Me in tutta la magnificenza, così che vi riconobbi Me stesso, e Mi rallegrai di ciò che avevo creato.
L’unione con questo essere Mi rese felice oltre ogni misura, dato che era una Mia immagine, ma non potevo essere visibile a lui, altrimenti sarebbe svanito davanti al Fuoco primordiale, anche se, certamente, era anche la sostanza originaria del suo spirito. Per questo, essendo stato creato, egli non avrebbe sopportato questa pienezza del Mio Amore, Potenza e Forza, nonostante fosse pur sempre, solo una scintilla irradiata, la quale – benché incommensurabilmente beata – era sempre e solo una Mia creatura che non avrebbe potuto contemplare l’eterna Luce!
Tuttavia, questa creatura era per Me il contenitore in cui potevo lasciar fluire la forza del Mio Amore, così che questo, a sua volta, impiegasse questa forza dell’Amore per essere attivo creativamente, e poiché il suo desiderio era lo stesso (del Mio), esso fece sorgere insieme a Me degli esseri simili, e la beatitudine fu incommensurabilmente grande, perché per noi significava l’atto del creare. Dall’amorevole Volontà di entrambi, furono costantemente creati nuovi esseri, perché lo spazio era illimitato, non c’erano limiti, né della forza creativa, né dell’Amore, né della nostra Volontà, che era uguale.
Infatti, sia a lui come anche agli esseri creati da noi due, Io rivelai certamente la Mia Volontà mediante la Parola, con la quale essi avevano la conferma che tutti loro potevano riconoscere in Me la loro origine. Loro potevano sentirMi continuamente e ridarMi la risposta; potevano farMi delle domande alle quali Io rispondevo con la Mia Parola, e poiché, allo stesso tempo, avevo dato loro la facoltà di pensare, potevano usare i pensieri nella libera volontà, quindi, con gli stessi segni di un essere divino, non erano costretti a interpretare la Parola solo in una determinata direzione, ma potevano muovere in sé la Mia Parola in tutte le direzioni, e per questo fu data loro la possibilità di poterla interpretare anche erroneamente, in base alla loro volontà.
All’inizio, tutti gli esseri non erano in opposizione alla Mia Volontà, loro erano infinitamente felici, comprendevano correttamente la Mia Parola, e questo stato non avrebbe mai dovuto aver fine; invece il primo essere irradiato da Me non riuscì ad affrontare un pensiero: “che non ero in grado di farMi contemplare!”. E su ciò si era data la spiegazione che, per farlo, Me ne mancasse il Potere. In verità, lui riconosceva se stesso come creato da Me, e sapeva di aver avuto un inizio, mentre Io ero dall’eternità, tuttavia cominciò a dubitarne, e non presentò questi dubbi a Me, che avrei potuto correggerlo.
Esso credette di poter nascondere davanti a Me i suoi pensieri, perché questi non erano sempre in lui, bensì, gli sorgevano solo di tanto in tanto, e poi si dedicava continuamente al Mio Amore, ricevendolo interamente. Ma poiché una volta dubitò anche del Mio Amore che gli affluiva interamente e non riusciva a spiegarselo, sicché il dubbio gli ritornava sempre più spesso, si creò così uno stato di diffidenza che non avrebbe mai dovuto esserci tra Me e la creatura.
In questo spirito originario creato per primo, la diffidenza divenne sempre più forte, soprattutto quando ora vide se stesso come il creatore degli innumerevoli esseri che potevano vederlo in tutta la magnificenza, ma ai quali, Io non potevo essere visibile; e poiché la capacità di pensare gli era anche propria, e molto precisamente, nella sua diffidenza trasse conclusioni sbagliate, nonostante Mi riconoscesse come sua origine, e sperò di poter convincere tutti gli altri esseri creati, che era lui il loro creatore, dato che questi non erano in grado di vederMi.
Perciò si elevò al di sopra di Me e da allora rifiutò la forza del Mio Amore, credendo di possedere lui stesso tanta forza, da non avere più bisogno di attingerla da Me, e questo fu il suo peccato, come anche il peccato di tutti gli esseri caduti che lo seguirono.
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(16. 05. 1965)
Dunque, per così dire, fu creato un secondo mondo, un mondo nel quale tutto era orientato erroneamente, e dominato da colui che oramai era il Mio avversario. Tuttavia, poiché tutto il creato aveva avuto la sua origine in Me, anche questo mondo fu sottoposto alla Mia Volontà e al Mio governo, con tutte le forze positive pronte a lottare contro le negative, sempre con la meta di riconquistare tutto il negativo. Infatti, benché Io avessi equipaggiato il primo spirito creato con la stessa Potenza creativa e la stessa Forza, esso le aveva perdute a causa della sua apostasia da Me.
Comunque, gli lasciai la sua libertà, prendendo tutti coloro che aveva creato, sotto la Mia protezione, riformandoli in Creazioni di ogni specie, perché ebbi misericordia del suo stato infelice, altrimenti sarebbe rimasto per sempre infelice, se il Mio Amore non avesse trovato una via d’uscita per ricondurlo, in futuro, di nuovo a Me. Il processo del rimpatrio è di una tale infinita durata di tempo, che si può parlare di eternità, durante le quali il Mio avversario può far valere il suo diritto solo temporaneamente sullo spirituale che gli appartiene, quando questo passa nello stadio di ‘uomo’ sulla Terra. Allora, durante questo breve tempo, lui ce la mette tutta per riportare l’essere nuovamente in suo possesso, se l’uomo non si fa aiutare diversamente, se non accetta la salvezza tramite Gesù Cristo, liberandosi dal potere dell’avversario.
Durante questo tempo il suo potere è enorme, e per staccarsene occorre una forte volontà, ma anche la Mia grazia è smisurata e può sempre essere messa di fronte a quel potere, in modo che sia davvero possibile darsi liberamente a Me, e metter fine allo stato d’infelicità. Perciò passeranno anche tempi eterni, finché la caduta da Me di allora non sarà definitivamente espiata; e passeranno ancora tempi infiniti finché non si deciderà al rimpatrio colui che una volta è proceduto da Me come il più grande spirito di luce, per ritornare alla sua Casa paterna. Infatti, la schiera degli spiriti caduti è infinita, e questi hanno bisogno di tempi infiniti per liberarsi dalle catene che lui ha messo su di loro, per poter entrare liberati nel regno della luce e della beatitudine, perché il Mio Amore è infinito, il Mio Potere non conosce limiti e la Mia Sapienza è costantemente intenzionata a raggiungere la meta, …che Io ho posto nella creazione del mondo degli spiriti! – Amen!
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