B. D. nr. 8055 a/b

(4/5. 12. 1961)

 

La necessaria prova della volontà del primo essere creato

 

(il Signore):

Una volta è stato creato da Me un essere che è diventato il Mio più acerrimo nemico e avversario. Anche questo essere è proceduto dal Mio Amore, e fu esternato da Me come primo essere, perché Io volevo crearMi un contenitore nel quale riversare il Mio Amore. Il Mio Amore era immenso e volevo comunicarlo a qualcuno, e poiché bastava da sola la Mia Volontà, Mi creai un’immagine, un essere oltremodo perfetto, che ho potuto irradiare con la forza del Mio Amore, e che doveva creare e operare similmente a Me per la propria felicità.

Io volevo donarMi, volevo trovare una risonanza alla Mia incommensurabile pienezza di luce e di forza, e quindi creai un essere in grado di accogliere questo flusso dell’Amore, un essere nel quale Io potessi riconoscere Me stesso, …che fosse la Mia immagine! E tutto il Mio Amore fu verso questo essere. Io lo resi felice, e in quella felicità trovavo la Mia stessa felicità. Egli era nella massima pienezza di potenza e forza, era un riflesso di Me stesso, che essendo estremamente perfetto, portava in sé anche la stessa volontà e impulso a creare, e diventò incomparabilmente felice con Me.

E questo essere si attivò. La sua incommensurabile forza lo spinse alla creazione di esseri simili, la sua volontà utilizzò la forza che gli affluiva da Me e fece sorgere ininterrottamente dei nuovi esseri che erano come lui, assolutamente perfetti, perché solo qualcosa di perfetto può sorgere dalla forza del Mio Amore, e quell’essere primogenito, essendo della Mia stessa Volontà, nella stessa luce, era unito a Me nel profondissimo Amore, era colmo della più sublime beatitudine, ed esprimeva continuamente questa beatitudine mediante la creazione di esseri simili a lui.

Era uno stato che sarebbe potuto durare in eterno, e tuttavia, …non rimase così! E poiché tutto ciò che è creato è ‘opera’ del Mio Amore, egli era perfetto, perché da Me non poteva sorgere nulla di imperfetto. Il Mio Amore per quel primo essere creato era travolgente, e anche il suo amore Mi apparteneva, che lui riconosceva bene, ma non poteva contemplare. Io irradiavo continuamente questo essere con il Mio Amore, ma non lo costringevo a restituirMi l’amore nella stessa misura, e lo lasciai libero di corrispondere al Mio Amore.

Io avevo creato l’essere con la libera volontà, perché la libera volontà è una parte essenziale della perfezione. La Mia Volontà era continuamente visibile all’essere, e allo stesso tempo era ancorata nella Mia Parola, mediante la Quale era stabilita l’intesa del Creatore con la Sua creatura. La ‘Parola’ era il pensiero (di Dio), divenuto forma, che irradiava nell’essere, e che l’essere poteva anche ricambiare, così che tra di noi si svolgesse il più intimo scambio, per rendere immensamente felice sia l’essere, sia Me! E in tal modo, l’essere conosceva la Mia Volontà, e nel suo amore si beava pienamente nella Mia Volontà.

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(5. 12. 1961)

E ora Io volli mettere alla prova il suo amore, affinché egli Mi fornisse la dimostrazione che questo suo amore per Me procedeva nella Mia Volontà nell’assoluta libera volontà, benché egli potesse anche pensare e volere diversamente, perché come essere divino non era sottoposto ad alcuna costrizione, e l’amore era l’unica via che avrebbe potuto determinare l’orientamento della sua volontà. Il Mio primo essere creato creò innumerevoli esseri simili a lui, formati dalla sua volontà con l’utilizzo della forza del Mio Amore che gli affluiva continuamente, e la sua volontà era sempre in sintonia con la Mia, perché era unito a Me nell’amore più profondo, e questi atti creativi lo rendevano molto felice.

Esso riceveva costantemente la forza dell’Amore, e utilizzò questa forza sempre nella Mia Volontà, fino a quando Io pretesi da lui la decisione della sua volontà in tutta la libertà, cioè, gli feci capire che avrebbe potuto agire autonomamente, e che non sarebbe stato ostacolato in nessun modo, perché non stava sotto nessuna limitazione, essendo un essere libero legato a Me solo dall’amore. E giacché l’essere era in grado di controllare in sé la Mia Parola, cioè i Miei pensieri che gli affluivano e sui quali avrebbe potuto prendere posizione da se stesso, gli sarebbe stato possibile anche considerare tali pensieri in modo negativo, quindi, usare la sua libera volontà contro la Mia.

Perciò si occupò anche dell’idea che, nonostante la sua massima pienezza di luce e forza, nonostante la sua assoluta perfezione, era sempre e solo un ricevitore della forza, e non la fonte di questa. La Mia prova di volontà era che avrebbe dovuto schierarsi mentalmente, una prova che il più alto spirito di luce avrebbe potuto davvero sostenere, se il suo amore lo avesse colmato così tanto, da volersi sottomettere nella libera volontà a Me, come suo Creatore, e questo non avrebbe mai diminuito la posizione del suo rango, perché il Mio Amore per lui era talmente grande, che egli non avrebbe mai percepito la dipendenza da Me, anzi, se avesse sostenuto questa prova, avrebbe aumentato la sua beatitudine nella perfezione, non essendo più, da allora, solo una Mia Opera, ma dimostrando di esserlo da se stesso come sua volontà. Invece l’essere fallì. Lo spirito di luce Lucifero divenne il Mio avversario.

Esso non poteva contemplarMi, ma vide l’esercito degli esseri chiamati in vita da lui stesso e si rese conto della sua immensa forza, e questa consapevolezza lo fece diventare superbo e arrogante, perciò rifiutò ogni ulteriore irradiazione d’Amore da parte Mia. Questo sovvertimento da Me fu un processo che si estese per tempi eterni, e vi può essere rappresentato solo in modo astratto, perché non vi possono essere spiegati con evidenza i motivi spirituali finché soggiornate sulla Terra. Io Mi ero creato un’immagine che si è rivoltata da sé nel contrario, e poteva anche farlo, nonostante tutta la pienezza di luce, perché era un essere completamente libero e non sottomesso in alcun modo a un obbligo, neppure limitato nel pensiero e nella volontà.

Tuttavia, la sua caduta, come anche la caduta di innumerevoli esseri nell’abisso, fu la via verso la più sublime perfezione, perché creò la possibilità per la loro trasformazione in déi, cosa che Io non avrei mai potuto attuare, perché questo risultato avrebbe dovuto compierlo la stessa libera volontà dell’essere creato. Il prodotto del Mio Amore si distolse da Me! Egli, che nella sua sostanza originaria era l’Amore stesso, s’invertì, non si donò più, ma desiderò possedere, e ciò contraddiceva completamente il Mio Essere originario.

È la forza dell’Amore irradiata da Me che, inevitabilmente, deve ritornare a Me secondo l’Ordine dall’eternità, un Ordine che prima, l’essere deve correggere in sé, deve compiere questa trasformazione nella libera volontà, quale meta, questa, che ogni essere caduto raggiungerà un giorno, anche se occorreranno delle eternità. E anche il primo essere creato, colui che il Mio infinito Amore aveva esternato da Me, compirà questa trasformazione su di sé, e potrà entrare nelle più alte meraviglie, ma prima deve servirMi da polo opposto, essendosi formato in questo da se stesso, perché anche il suo regno Mi serve, e lui stesso collabora, anche se inconsciamente, …al perfezionamento di tutto lo spirituale! – Amen!

 

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