B. D. nr. 7748

(17. 11. 1960)

 

La colpa originaria poteva essere estinta solo tramite un Uomo come Gesù Cristo

 

(parla il Padre):

Nella Mia grande compassione per voi ho compiuto l’Opera di redenzione nell’Uomo-Gesù! Ciò che avevo esternato da Me, divenne peccaminoso contro di Me, e solo una minima parte degli esseri creati rimase con Me, quando si trattò della decisione della volontà che Io richiesi per poter rendere estremamente felici gli esseri creati. Essi volevano contemplarMi, ma questo non era possibile, perché gli esseri sarebbero svaniti nell’immensa pienezza di luce che avrebbero dovuto contemplare, perciò si rivolsero a colui che a loro era visibile, e che Io avevo esternato come primo spirito, come Mia immagine.

Nondimeno, agli esseri non mancava la conoscenza, e sapevano anche di essere proceduti da Me, però si allontanarono lo stesso da Me, andando verso colui nel quale stava già il grande peccato, che li spinse a precipitare nell’abisso infinito. Ed Io ebbi compassione del loro stato, ebbi Pietà degli esseri che ora si trovavano completamente senza luce nel potere del Mio avversario, del primo spirito caduto, e quindi, anche in uno stato estremamente infelice che non avrebbero potuto cambiare in eterno, se non avessi concesso loro la Mia compassione. Fu questa la conseguenza dell’Amore, che un Giorno aveva creato quegli esseri e che perciò li seguì nell’abisso!

Il Mio infinito Amore non rinunciò ai caduti, che appartenevano anche a Me, perché erano proceduti dalla Mia forza che affluiva ininterrottamente al Mio primo essere creato, Lucifero, rendendolo capace di creare innumerevoli esseri. Quindi, anche questi esseri Mi appartenevano, ma per propria volontà erano divenuti peccatori, e per la propria volontà avevano seguito colui che oramai era diventato il Mio avversario. Tuttavia, anche la sorte di quel primo caduto Mi impietosì, e volli dare a tutti l’opportunità di lavorare su di sé per risalire dall’abisso, finché non fossero giunti di nuovo nello stato della libera volontà, per poterli porre di nuovo davanti alla prova di volontà, riguardo a quale Signore seguire.

Invece gli esseri erano talmente indeboliti a causa della loro lontananza dalla forza del Mio Amore, che nemmeno allora avrebbero sostenuto la prova della loro volontà, anche restituendo loro la libera volontà dopo un tempo infinitamente lungo. Questa debolezza degli esseri Mi impietosì e Mi indusse all’Opera di redenzione, per trasmettere ai deboli quella forza che era da acquisire mediante l’espiazione dell’antica colpa, …con l’atroce morte sulla croce. La Mia compassione verso gli esseri caduti era immensa, e per questo volli prendere Io stesso la colpa su di Me, ed espiare; ma poiché come Dio non potevo soffrire, quest’Opera d’estinzione doveva avvenire tramite ‘un Uomo’ che per amore dei Suoi simili si dichiarasse pronto a espiare, e che coronasse la Sua amorevole Opera con una sofferenza e una morte sulla croce in modo estremamente atroce.

L’Amore nell’Uomo-Gesù poteva realmente estirpare la colpa, poiché quell’Amore ero Io stesso. Io stesso ero ultrapotente nell’Uomo-Gesù; Io potevo agire con tutta la forza nell’Uomo-Gesù, poiché tutto il Suo operare era determinato dall’Amore. E così fu “l’Amore” a compiere l’Opera di redenzione, l’Amore celatosi in un involucro umano che prese su di Sé quella sofferenza sovrumana. L’Amore si impietosì ed estinse questa grande colpa dei peccati, peccati che avevano reso infelice lo spirituale caduto.

L’Amore ebbe pietà, e rese di nuovo libera la via che riconducesse gli esseri alla Casa paterna.

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(17. 11. 1960)

Solo l’Amore fu in grado di dare soddisfazione alla Giustizia, perché questa non può essere ignorata, essa fa parte della Mia natura, altrimenti la Mia perfezione sarebbe messa in discussione. E per amore della Giustizia doveva essere ripagata la grande colpa, prima che Io potessi riaccogliere le Mie creature nel Mio regno della luce e della beatitudine. Perciò fu trovata una via: ‘l’Amore’ si sarebbe celato in un ‘Uomo’ che fosse capace di soffrire, e il Cui Amore lo rendesse disponibile a prendere su di Sé la grande colpa e soffrire immensamente, e alla fine morisse la morte più amara sulla croce!

L’Uomo-Gesù percorse questa via verso la croce! Egli celava in Sé l’Amore, che sono Io stesso dall’eternità. Solo così l’incommensurabile colpa poteva essere estinta. Solo così la grande Misericordia Mi indusse a prenderMi Io stesso cura delle Mie creature che erano estremamente infelici, e che senza aiuto non avrebbero mai più potuto liberarsi dal potere del Mio avversario, perché egli possedeva il diritto su questi esseri, che lo avevano seguito liberamente nell’abisso. Io stesso non gli nego questo diritto, ma questi esseri appartengono anche a Me, e per questi Io lotto e li aiuto a rafforzare la loro volontà, affinché ora loro stessi cerchino di liberarsi, e possono farlo anche fare tramite le Grazie conquistate sulla croce.

L’Uomo-Gesù ha accolto Me stesso in Sé, Egli sì è preparato talmente mediante la Sua amorevole vita, che Io stesso, come eterno Amore, ho potuto prendere dimora in Lui, irradiandolo completamente così da dover volere e fare solo ciò che Gli diceva “l’Amore” in Sé. E quindi Io stesso ho portato all’esecuzione l’Opera di redenzione, perché l’Uomo-Gesù era del tutto dedito alla Mia Volontà, e Lui ed Io eravamo ‘Uno’; Egli era “Dio” in tutta la pienezza, e solo il Suo involucro esteriore era ‘Uomo’ agli occhi del prossimo.

Anche questo involucro esteriore si era già spiritualizzato, anche se mantenne ancora ‘l’umano’, solo finché non si compì l’Opera di redenzione. Infatti, poteva soffrire solo l’Uomo-Gesù, e le Sue sofferenze e tormenti furono indescrivibili, perché anche la colpa era incommensurabile, quella colpa che Egli aveva preso sulle Sue spalle per espiarla per loro. E da allora ogni essere umano che riconosce Me stesso in Gesù Cristo, che accetta le grazie dell’Opera di redenzione, che crede in Lui e crede anche che sono morto Io stesso in Lui per voi, per salvarvi, …può diventare libero dalla sua colpa! – Amen!

 

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