B. D. nr. 6765
(18. 02. 1957)
“Un lungo tempo per la caduta, ma un lunghissimo tempo per il ritorno a Me!”
(il Signore):
L’intera beatitudine dell’essere sta nella conoscenza della verità. Una volta stava nella luce, nella massima conoscenza, e per questo era anche sovrabbondantemente beato, perché l’essere riconosceva il Mio Amore, la Mia Sapienza e la Mia Potenza, sapeva che era proceduto da Me, e sapeva anche del suo destino. Esso era costantemente irradiato dalla forza del Mio Amore, per l’essere non esisteva nulla di oscuro, di non spiegato, e non esisteva nemmeno alcuna cosa che lo limitasse nella sua volontà e nella sua forza. Era uno stato indicibilmente beato, un vivere in sfere piene di luce, piene dei Miei pensieri, che si rendevano riconoscibili anche agli esseri.
Era un’inarrestabile fluire del Mio Essere dall’eternità in tutti questi esseri creati da Me, che suscitava in loro un’illimitata beatitudine. Invece, lo stato degli esseri cambiò. Ciò che affluiva loro in abbondanza, lo rifiutarono nella libera volontà, quando l’essere creato da Me per primo, abusò della sua libera volontà e la rivolse contro di Me, un processo che divenne del più ampio significato per tutto lo spirituale che una volta era proceduto da Me.
Anche quel primo essere si trovava nella medesima massima conoscenza, perché era stato creato a Mia immagine, non era inferiore a Me in nulla nel suo essere, solo che non lo era dall’eternità, bensì, era stato creato da Me, cioè, erano stati prima di tutto la Mia Volontà e l’impulso del Mio Amore a farlo sorgere. E questo essere Mi invidiò questa priorità di non essere dall’eternità, mentre egli stesso aveva avuto un “inizio”, e poiché non poteva contemplarMi, elevò se stesso come signore su tutti gli esseri creati, che in gran parte riconobbero lui come loro signore, nonostante la più chiara conoscenza. Dunque, lui abusò della caratteristica della Divinità – la libera volontà – e perciò perdette tutte quelle caratteristiche che lo avevano contrassegnato come un essere divino, ossia, divenne privo di qualunque amore, rimanendo senza luce né forza, sprofondò nell’oscurità e nell’infelicità, restando poi delle eternità in questo stato infelice.
La volontà del primo essere creato e anche del suo seguito non poteva spodestare Me stesso, l’eterna Verità, la Luce dall’eternità. Esso poteva certamente rifiutare di riconoscerMi, poteva distogliersi da Me, …ma non distruggerMi, cancellarMi, farMi morire! Io ero, e rimasi la Potenza che governa tutto, e a Cui anche lo spirituale caduto deve sottomettersi, se questa è la Mia Volontà. Nondimeno, gli lasciai la libertà! Lasciai sprofondare gli esseri verso cui tendevano nella propria volontà, nell’abisso!
Inoltre, Io non ho mai rifiutato agli esseri di elevarsi di nuovo dall’abisso, se si fossero sforzati di nuovo verso di Me per ricevere da Me, forza e luce. Piuttosto, li avrei aiutati a farlo, impiegando tutti i mezzi affinché ciò riuscisse. E ora, giacché a loro manca qualunque sapere perché sono stati privati di ogni luce e di ogni conoscenza, concedo ancora una volta la possibilità che si procurino questa luce, permetto di nuovo, dopo un percorso di sviluppo infinitamente lungo, che giungano in uno stato in grado di riconoscere, se ne hanno la volontà, e questo accade nello stato di ‘uomo’, durante il quale Io porgo loro di nuovo la verità, per riportarli in uno stato di beatitudine, dove poter esercitare di nuovo la libera volontà.
Ciò che una volta ogni essere possedeva, deve ora, prima conquistarselo, e questa volontà a ottenerlo verrà dunque, altamente valutata. L’essere raggiungerà un grado di luce, che supererà ancor più quello precedente, perché ora, non solo ridiventa la Mia creatura, bensì, figlio Mio, il quale, pur avendo avuto certamente la libertà di rimanere nell’abisso, ha teso ugualmente per propria spinta verso l’alto. E ora sarà indicibilmente beato, perché si troverà di nuovo nella luce della verità, ogni oscurità svanirà da lui, tutte le caratteristiche divine colmeranno l’essere nella più ampia misura, e non potrà più essere spinto via da Me dal Mio avversario – da quell’essere creato per primo – la cui colpa di essersi separato da Me è molto più grande, e che per questo necessiterà di molto più tempo, necessario a fare la via del ritorno a Me; quella via, tale da consentirgli di riconoscere, nel lontano futuro, che l’illimitata beatitudine può trovarsi solo presso di Me, …dal suo eterno Padre! – Amen!
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