B. D. nr. 6378

(15. 10. 1955)

 

Portare pazientemente la croce come l’ha portata Gesù nella Sua via crucis

 

(il Signore):

Portate la vostra croce con pazienza, …perché non è più pesante di ciò che potete portare. Nessuno ha bisogno di crollare sotto il peso della sua croce, perché c’è Uno che lo aiuta a portarla, se solo invoca quest’Uno quando si rende conto della sua debolezza e va fiducioso verso quest’Uno che gli può dare forza e rafforzamento e lo fa anche non appena Gli viene richiesto. Chi invece crede di non aver bisogno dell’aiuto divino, chi si sente abbastanza forte da solo, chi non vuole riconoscere nessun Signore al di sopra di sé, avrà molto spesso da sentire il peso della croce, perché attraverso questo peso della croce Io stesso agisco su tali uomini al fine di rendere loro più facile la via verso di Me, perché devo esigere il loro riconoscimento per poterli preparare ad un futuro di una vita beata.

Portate la vostra croce con pazienza, perché in tal caso state già percorrendo una via verso la croce che può essere di benedizione per voi; però, …potete anche arrabbiarvi e indignarvi contro il vostro destino. Allora sarete in grave pericolo, perché in tal caso siete già una preda del Mio avversario, quando troppo presto vi giunge l’aiuto visibile, …quando venite privati di ogni peso; infatti, allora è lui che vi aiuta, perché vi siete ribellati contro di Me, avendovi imposto la croce per la vostra salvezza.

Io ho percorso la via verso la croce; Io stesso sono crollato sotto il peso della croce, …perché era incommensurabilmente pesante, ma l’ho fatto per voi, affinché non doveste portare un peso troppo pesante, così che per voi dovesse essere sopportabile in ogni tempo. Perciò cammino accanto a voi come un invisibile Portatore della croce; e ogni richiesta d’aiuto a Me, Mi troverà sempre pronto a togliervi il peso. Chi invece procede in modo caparbio, chi non approfitta del Mio aiuto, …la percepirà sempre più pesante. La sua stessa volontà decide la gravità del peso della sua croce, e l’uomo deve guardarsi di chiamare con risentimento e con un atteggiamento arrogante colui che aspetta solo il momento dove possa insinuarsi, ma che non offre nessun aiuto, …bensì vuole solo rovinarvi.

Io vi ho preceduto nel percorso terreno e …continuamente vi invito a seguirMi. Io ho raggiunto la Mia meta, unendo Me stesso come Uomo-Gesù, unendoMi col Padre1, il Quale ha preso possesso del Mio corpo e Mi ha colmato di luce e forza. Anche la vostra via può portare a questa meta; anche voi potete giungere all’incommensurabile beatitudine quando vi sforzate di seguirMi, il che però include in sé, anche, …il portare il peso della croce! Tuttavia non dovete camminare da soli, avendo in Me, sempre, un Accompagnatore che vi sostiene e vi aiuta a portarla non appena vi affidate consapevolmente a Me e chiedete il Mio aiuto.

Comunque, otterrete poco progresso se la vostra vita terrena è facile e spensierata, se non liberate la vostra anima dalle impurità tramite il portare il peso della croce che per lungo tempo le sono d’ostacolo per l’irradiazione della luce. Dovete liberare la vostra anima da queste impurità, il che non vi sarà difficile se per l’aiuto invocate il divin Redentore Gesù Cristo. E perciò carico su di voi la croce, …affinché vi ricordiate di Lui.

Tramite il peso della croce voglio chiamarvi a Me, voi stessi che siete troppo tiepidi, …per intraprendere la via verso di Me. Voglio ricordarvi ciò che ho fatto per voi mediante la Mia via crucis, …mediante il Mio soffrire e morire sulla croce. Quando sulla Terra si sta bene, si pensa poco al Mio più grande Atto d’Amore. Solo quando la croce preme su di voi rivolgete i vostri occhi a Me, e allora Mi riconoscete come quando Mi pregate per l’aiuto. Allora percorrete consapevolmente la via al seguito di Gesù, quando vi piegate sotto la Mia Volontà, quando pensate alla Mia via crucis, alle Mie incommensurabili sofferenze, …ma anche al Mio Amore che Si è sacrificato per voi! – Amen!

 

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1 – L’unione col Padre: l’atto supremo della vittoria di Gesù sulla materia. [vedi nel libretto n. VII cap. 5 scena VIII, rivelato a Max Seltmann nel 1932]

 

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