B. D. nr. 5497 a/b
(29/30. 09. 1952)
La lunga via di redenzione dello spirituale giudicato, co-aiutato dai redenti
(da uno spirito-guida):
Lo spirituale giudicato deve essere liberato dal suo giudizio, poiché tutto ciò che è ancora legato e che non ha ancora raggiunto lo stato originario di libertà, si trova ancora nel giudizio, e vi rimarrà finché la forza dell’amore non spezzerà le sue catene, finché non si libererà o non si lascerà liberare attraverso l’amore. Se l’amore libera lo spirituale da uno stato di schiavitù, da una catena, allora questa catena deve essere stata messa una volta allo spirituale attraverso qualcosa che è contrario all’amore, attraverso odio e disamore, quindi attraverso colui che è privo di qualsiasi amore, che perciò è diventato un avversario di Dio, di Colui che è l’eterno Amore stesso.
Da Dio, una volta è proceduto dello spirituale completamente libero, un essere che era stato creato nella più alta perfezione e possedeva luce e forza in tutta la pienezza, e ne poteva disporre in tutta la libertà. Egli era proceduto dall’eterno Amore, e così la sua sostanza originaria era ‘amore’, e poiché l’amore garantisce anche la pienissima libertà e questa doveva potersi sviluppare in ogni direzione, ciò che ora poteva volere e agire liberamente doveva anche potersi allontanare da Dio, e si è allontanato da Lui, invertendosi nell’opposto, in un essere che ha scambiato tutte le Caratteristiche divine che erano positive, …in negative, divenendo così l’avversario di Dio!
Il motivo di una tale volontà invertita è da ricercare nell’arroganza, perché l’essere si sentiva estremamente forte attraverso l’illimitata ricezione di forza da Dio, ma quell’essere non usò più tale forza nel divino principio dell’amore, bensì, in un senso contrario a Dio, creando degli esseri in grandissimo numero, che certamente furono esternati con il suo potere e la libertà della volontà, ma che non possedevano più una vera e propria libertà della volontà, dato che la sua volontà li creava in modo tale da corrispondere ai suoi pensieri e alla sua volontà, senza amore. Perciò gli esseri gli erano succubi, e tuttavia, poiché erano stati creati con la forza da Dio, erano anche creature di Dio, …e l’Amore di Dio si prese cura di loro.
Ciò che era stato creato privo di qualsiasi amore, fu compenetrato dalla forza dell’Amore, della Luce e del Vigore di Dio, cioè, agli esseri furono dati conoscenza e libertà, ma nel contempo fu richiesta la decisione della libera volontà. Di conseguenza, essi potevano rimanere nel loro stato libero, luminoso, ma potevano anche perderlo.
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(30. 09. 1952)
Gli esseri che nella libera volontà si rivolsero all’avversario di Dio, con questa decisione della volontà persero sia la conoscenza, sia la forza, poiché ora l’Amore divino non poté più fluire attraverso di essi, avendoLo rifiutato, quindi opposero aperta resistenza alla forza da Dio. Allora subentrò uno stato che non poteva più essere chiamato libero, perché la forza che stava a loro disposizione tramite l’avversario di Dio, gli esseri dovevano anche utilizzarla secondo la sua volontà, con un agire disamorevole. Perciò essi entrarono in un certo grado di giudizio, sottostando a un potere che faceva valere solo la propria volontà, costringendoli ad agire allo stesso modo.
Furono legati (un terzo di loro), anche se per propria colpa, e perciò dovettero sopportare la miseria e il tormento di essere resi schiavi. Tuttavia, l’Amore di Dio seguiva i perduti. L’Amore di Dio ideò una via d’uscita per lo spirituale reso schiavo. La Sua Potenza e la Sua Forza erano più forti di quelle dell’avversario di Dio, poiché, dove questo agiva con odio cieco e con pensieri sbagliati, Dio agiva nell’Amore e nella Sapienza, ed elaborò un Piano di rimpatrio di quell’essenziale che era certamente ancora sotto il potere dell’avversario, ma poteva svincolarsi da lui. Infatti, lo plasmò in Creazioni del genere più diverso, in quanto la Sua amorevole Volontà afferrò questo spirituale, la cui volontà era ancora sicuramente rivolta all’avversario, e lo rese non-libero, cioè gli impedì di essere sottomesso al Suo avversario, vincolandogli la volontà e costringendolo a fare ciò che Egli voleva.
Allo spirituale entrato in questo stato dell’obbligo era impossibile svolgere un’attività nella libera volontà, e allo stesso tempo, gli era anche impedita un’attività secondo la volontà dell’avversario; in tale stato dell’obbligo esso poteva solo svilupparsi lentamente verso l’alto, essendo costretto a svolgere un’attività edificante e così reinserirsi nella Legge dell’Amore dall’eternità, la cui Legge ha per conseguenza un continuo sviluppo verso l’alto. Dunque, pur essendo ancora sotto il giudizio, perché derubato della sua libera volontà, e pur essendo ancora in uno stato di ‘relegato’ sotto il potere di colui che era senza amore, lo spirituale manteneva la meta della futura redenzione, il cui traguardo finale può essere raggiunto solamente attraverso la ricezione dell’Amore di Dio.
Ora lo spirituale deve solo lasciarsi compenetrare da questo Amore, senza resisterGli, affinché, esso stesso, ardente d’amore, riconosca la Divinità e La desideri, vi tenda con tutta la sua volontà e con tutta la sua forza. Allora l’essere ottiene di nuovo lo stato della libertà, non è più giudicato, ma è colmo di forza e di luce attraverso l’amore; non è più né legato da parte di Dio a svolgere ciò che è la Sua Volontà, né a stare sotto la costrizione della volontà dell’avversario di Dio.
Ora può usare la propria volontà, e questa è sempre simile alla Volontà di Dio, quale conseguenza dell’amore che ora colma del tutto l’essere, così che questo si muova completamente nell’Ordine divino, e non possa voler altro che usare la forza e la luce secondo quest’Ordine divino, per operare in modo beato per Dio e con Dio, e possa ora compartecipare alla redenzione di ciò che è ancora legato, rivolgendo il suo amore allo spirituale ancora giudicato e agendo su questo in modo che anch’esso ritrovi il desiderio per la libertà e poi ritiri la sua resistenza verso Dio. In tal caso, Dio risponderà a ogni relativo impulso allentando il suo stato, allentando le sue catene, rendendo la forma esteriore dello spirituale ancora legato, in modo sempre più dissolvibile, in forme più morbide e leggere, e così, aiutando costantemente lo spirituale legato a ottenere in futuro la libertà.
Sciogliere e liberare è la missione di tutto lo spirituale che sta già nella luce, che è colmo d’amore, e che perciò non può fare altro che dare costantemente ‘amore’, portare aiuto allo spirituale che soffre ancora nella non-libertà, affinché raggiunga di nuovo la beatitudine, …ma solo quando ridiventerà libero come lo era in principio. – Amen!
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