B. D. nr. 4743
(19. 09. 1949)
L’intercessione è per il bene spirituale, e vale solo se accettata
(il Signore):
Voglio aiutare tutti voi a raggiungere la beatitudine, ma solo se anche la vostra volontà è altrettanto disposta, altrimenti non conquisterei degli esseri spirituali liberi, bensì, solo degli esseri giudicati che non potrei chiamare ‘figli Miei’. E quindi la vostra volontà deve tendere alla perfezione. Per questo voi potete certamente pregare gli uni per gli altri, ma il singolo uomo deve essere egli stesso pronto a percorrere la via verso la perfezione. A lui può essere rivolta la forza solo attraverso l’intercessione, che tuttavia può anche essere rigettata se egli vi si oppone, cioè se non bada all’impulso interiore verso il bene, oppure alla voce della coscienza perché non vuole, quindi, per così dire, presta resistenza all’influenza del mondo spirituale colmo di luce che, in seguito all’intercessione di qualcuno, si prende cura di lui.
Di conseguenza, tramite l’intercessione di qualcuno si ha un certo vantaggio, poiché i pensieri sono guidati alla meta della propria vita, allo sviluppo spirituale, si è influenzati mentalmente dagli esseri di luce e, tuttavia, come ci si predispone viene lasciato alla propria volontà, perché questa è libera e non sottoposta a nessuna costrizione; per cui un’amorevole intercessione per il bene spirituale del suo prossimo può certamente essere di aiuto, ma non necessariamente aiutare, dato che ciò dipende dalla propria volontà.
L’amore è forza, agisce vivificando e può anche risvegliare alla vita un’anima morta, la cui volontà può cambiare attraverso l’amorevole intercessione, e quindi può essere portata la salvezza a chi si trova nell’afflizione spirituale, tuttavia l’amore deve sempre essere il motivo per l’intercessione. Allora non sarà inutile, poiché la resistenza contro la forza dell’amore non è persistente, perché l’amore è sempre il vincitore, a cui nemmeno la più forte volontà può resistere, perché l’amore è forza divina, …e vince tutto ciò che vuole! – Amen!
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