B. D. nr. 3527

(28. 08. 1945)

 

I miracoli della Creazione devono spingere l’uomo a credere in Dio, che gli parlerebbe, se egli Lo amasse

 

(da uno spirito-guida):

I miracoli della Creazione testimoniano l’Amore, la Sapienza e l’Onnipotenza di Dio, eppure, non bastano all’uomo per credere in Lui, altrimenti (se credesse) l’umanità non vivacchierebbe senza fede. Dio le dà una dimostrazione della Sua esistenza, cosa che gli uomini non vogliono accettare. Dalla Creazione non deducono la provenienza da un Creatore del Cielo e della Terra, e rimangono del tutto indifferenti da questa, non lasciano che la Creazione parli loro, non fanno di essa il contenuto dei loro pensieri, e perciò non conquistano mai la fede in Dio, perché non mirano a conquistarLo. Invece potrebbero giungere così facilmente a una fede convinta, se si occupassero dei miracoli della Creazione, perché Dio stesso parla attraverso questi, e il Suo linguaggio è facilmente comprensibile per l’uomo volenteroso, per colui che cerca e desidera la verità.

Tutte le opere della Creazione respirano l’Amore di Dio, nulla è sorto senza scopo o senza senso, e la destinazione di ogni opera della Creazione è sempre la sussistenza o la conservazione di altre opere della Creazione, nelle quali si manifesta sempre il Suo Amore. E ogni disposizione è considerata saggiamente, ogni opera rivela l’Onnipotenza di Dio. Perciò, l’approfondita osservazione delle opere della Creazione condurrebbe a una fede convinta, non appena l’uomo volesse occuparsi di queste.

Invece, l’uomo miscredente non cerca dimostrazioni, perché non desidera e non cerca la verità. Egli potrebbe procurarsi in ogni momento la dimostrazione dell’esistenza di un Dio amorevole, saggio e onnipotente, ma non vuole credere, e di conseguenza non può conquistare la fede, perché prima deve diventare attiva la volontà, e l’uomo deve tendere alla verità, prima di riconoscere Dio. Se invece passa ciecamente davanti alle meraviglie della Creazione, che così non gli dicono nulla, rimane senza fede.

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(28. 08. 1945)

E a uno così è anche difficile dare un’altra dimostrazione che potrebbe condurlo alla fede in un Dio dell’Amore, della Sapienza e dell’Onnipotenza. La Creazione, nella sua molteplicità, gli sta giornalmente davanti agli occhi, lui stesso se ne sta nel mezzo, e anch’egli è pure un miracolo della Creazione divina. Perciò in lui dovrebbe sorgere sempre la domanda: “Chi ha fatto sorgere tutto ciò che vedo?”. E a questa domanda si collegherebbe una catena di pensieri che lo stupirebbero, se persistesse seriamente su questi. Allora non gli sarebbe più possibile rifiutare un Creatore, o negarLo, perché un tale pensiero gli verrebbe subito confutato dalle forze del regno spirituale, le quali si sforzerebbero di dargli la chiara luce, non appena la desiderasse.

Per ottenere ciò, è richiesta solo la seria volontà per la verità; allora gli giungerebbero gli insegnamenti corrispondenti pienamente alla verità. Se però le opere della Creazione lasciano l’uomo indifferente, se manca la volontà, senza questa egli non giungerà mai alla fede! Poiché la conoscenza del mondo sta in contraddizione con gli insegnamenti di fede trasmessi all’uomo. Tali insegnamenti non impressionano finché l’uomo non ha il desiderio per la verità, cioè, il desiderio per la verità non trova soddisfazione nella conoscenza del mondo, mentre per colui che sta indifferente di fronte alla verità, la conoscenza del mondo significa tutto, e da questa, egli attinge dimostrazioni contro la fede in un Dio come Creatore e Conservatore di tutte le cose.

Egli viene guidato nell’errore da forze che sono in lotta con l’eterna Verità, e il fatto che i loro insegnamenti trovino risonanza presso di lui, dipende semplicemente dalla sua volontà che si oppone all’eterna Verità. Egli non vede e non sente nulla di ciò che gli annuncia la grandezza di Dio, non sente il Suo Amore e non Lo vede nemmeno nella Creazione, e quindi non comprende il linguaggio di Dio, perché egli Gli si chiude da sé. E così rimane senza fede, perché solo questa esige innanzitutto la volontà. Finché questa gli manca, è ancora succube di quel potere che lo ha reso vivente, ma sotto l’utilizzo della forza di Dio.

Questo potere lo riconosce, ma non vuol riconoscere Dio! Egli si trova ancora nello stadio della pienissima ignoranza, e ciò per propria colpa, perché dappertutto avrebbe a disposizione l’occasione per cambiare lo stato dell’ignoranza, di uscire dal buio spirituale ed entrare nella luce. Invece non la sfrutta. La Creazione è come un libro aperto nel quale ognuno può leggere e il cui contenuto gli è anche comprensibile, se lo accoglie avidamente per comprendere la verità. Allora Dio stesso gli parlerà, e lui comprenderà il Suo linguaggio, imparerà a credere in Dio come l’Essere sommamente perfetto, il Quale è attivo con immenso Amore per rendere felici le Sue creature, …e vuole farsi riconoscere da ogni essere umano! – Amen!

 

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