B. D. nr. 2787 a/b
(24 / 25. 06. 1943)
Ascoltare nell’interiore per ricevere i doni dall’alto, la voce di Dio nel cuore
(da uno spirito-guida)
Ogni dono spirituale richiede una totale attenzione nei confronti della manifestazione della Volontà divina, e questo significa che l’uomo deve ascoltare nell’interiore per sentirla. Solo a colui che si ritira nella sua vita interiore può essere rivelata la Volontà di Dio, dato che la voce di Dio è percettibile solo nel cuore dell’uomo; perciò egli deve ascoltare nell’interiore, se vuol sentire la voce di Dio. E quindi l’uomo (attraverso un cosciente immergersi in sé) deve dapprima staccarsi dal mondo, deve cioè liberare completamente i suoi pensieri dagli interessi terreni, deve stabilire il legame con il regno spirituale attraverso un consapevole immergersi in sé e tenendo un muto dialogo con gli esseri spirituali che stanno nella perfezione, oppure con la stessa eterna Divinità.
Egli deve presentare a Dio le sue necessità spirituali e chiedere di essere guidato verso la conoscenza, sforzandosi di vivere secondo la Volontà divina e avendo la seria volontà di essere degnato della voce di Dio; allora Dio farà risuonare la Sua voce nel cuore di colui che desidera sentirla. Dio, infatti, ha bisogno di uomini che trasmettano chiaramente e comprensibilmente al prossimo ciò che è stato trasmesso al loro cuore tramite la voce, e perciò siano anche pronti in ogni momento ad istruire gli altri secondo la verità. Per questo Egli esige anche l’attenzione di coloro che si dichiarano pronti a trasmettere questa conoscenza che essi stessi ricevono, perché questa conoscenza è così vasta, che agli uomini può essere offerto ogni giorno e ad ogni ora qualcosa di nuovo.
Questo deve però essere tramandato in modo veritiero, e quindi l’insegnante stesso deve stare nella conoscenza ed accettare sempre e costantemente, cioè il ricevente deve volontariamente separare l’anima dal corpo e consegnarsi completamente all’operato delle forze spirituali, deve ascoltare ciò che gli comunicano gli amici spirituali e sapere che ogni comunicazione dal regno spirituale gli viene offerta secondo la Volontà di Dio, e che quindi, riceve quella verità che lui ora deve anche trasmettere. Petciò non deve anteporre nessun proprio patrimonio mentale alla conoscenza ricevuta1, ma attenersi precisamente a ciò che gli viene offerto dall’alto. Se l’uomo non ascolta questa voce nel cuore, allora non potrà nemmeno essere istruito, perché Dio non si manifesterà con maggiore evidenza, per non mettere a rischio la libertà di fede degli uomini.
All’ascoltatore la Sua Voce suona così chiara e pura, che non può essere interpretata male, e ora aumenterà in sapienza perché sarà istruito da Dio, il Quale si prende anche cura dei Suoi messaggeri celesti per trasmettere la verità agli uomini sulla Terra attraverso il figlio terreno devoto a Lui.
(25. 06. 1943)
In ogni caso è sempre Dio il Donatore dei doni dall’alto, perché è la voce di Dio che l’uomo sente udibilmente in sé, se ascolta attentamente nell’interiore. Il Dono divino è tutto ciò che è buono, ciò che invita l’uomo al bene, che gli insegna l’amore e lo indirizza a Dio. E queste istruzioni giungono all’uomo quando i suoi sforzi sono sempre rivolti a Dio e all’eterna verità, e quando il suo cuore si rende ricettivo attraverso la volontà di percepire in sé la voce di Dio e attraverso un cammino di vita compiacente a Lui; diversamente, il desiderio per Dio non si radicherebbe nell’uomo.
E allora Dio stesso e lo spirituale collegato a Lui influenzeranno anche i suoi pensieri, e questi sorgeranno prevalentemente nel cuore e devono solo essere afferrati attraverso la propria volontà, ascoltando nell’interiore ciò che ora gli viene offerto come dono divino.
Se l’uomo vive nell’amore, allora i pensieri gli s’imprimeranno così fortemente nel cuore, che non avrà nessun dubbio nell’accettarli come Voce divina, poiché attraverso l’amore egli stesso sarà già unito con Dio e conosce già la Sua Volontà, …che tenderà sempre di adempiere! – Amen!
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1 – Un esempio di ciò può essere quello spiegato al dettato 8882 nel quale si evidenzia un errore del ricevente Jakob Lorber dovuto al fatto, che l’argomento che stava per ricevere, lo aveva discusso il giorno prima con i suoi amici, e perciò ne fu prevenuto e deviato.
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