B. D. nr. 2085

(24. 09. 1941)

 

Il vero senso della comunione spirituale: l’unione intima con Dio, e non formale!

 

(da uno spirito-guida):

Non c’è nessun processo più rilevante, dell’unione spirituale dell’uomo con Dio, poiché egli trarrà da quest’unione la più grande utilità per la sua anima; quindi, è un processo necessario per la formazione dell’anima secondo la Volontà divina. L’uomo si unisce consapevolmente a Dio, cioè cerca la Sua presenza e adempie le condizioni che sono il presupposto affinché Dio gli si avvicini. Allora ha luogo l’unione con Dio, e quindi la comunione spirituale, dove l’eterna stessa Divinità prende dimora nel cuore1 dell’uomo che brama questa comunione.

Ma cosa significa ‘adempiere le condizioni preliminari’, che sono il presupposto per l’intimo legame con Dio? Solo una cosa può realizzare quest’unione con Lui: l’amore nel cuore dell’uomo! Infatti, l’amore è proprio la sostanza primordiale dell’eterna Divinità, e quando il cuore dell’uomo è colmo d’amore, in lui c’è la stessa essenza, che è l’Essere dell’eterna Divinità.

Uomini lontani dall’amore, sono anche lontani da Dio, perché amore e Dio sono la stessa cosa. Tuttavia, per far sì che gli uomini tendano all’amore, cioè, per far percepire a un essere lontano da Dio il sentimento divino dell’amore, i suoi pensieri devono essere guidati verso un oggetto che sia degno dell’amore, e quindi, che risvegli in lui il sentimento dell’amore. L’eterna Divinità deve rendere l’uomo consapevole di sé e iniziarlo nel mistero dell’amore, deve renderlo consapevole della Sua forza e della Sua potenza, e del Suo rapporto con la Creazione e le creature, e questo lo determina Dio stesso, rivelandoSi agli uomini nella Parola.

Tuttavia, l’uomo è libero di accettare questa Parola, quindi di osservarla e adempierla, oppure anche rifiutarla. La Parola è l’operare divino riconoscibile esteriormente, è la forza di Dio divenuta forma, che è percettibile esteriormente e, tuttavia, operante interiormente; essa è ciò che è percettibile esteriormente, cioè: la carne, ciò che agisce interiormente, e il sangue, che rappresenta la vera vita.

Ora Dio porta la Sua Parola, costantemente vicino agli uomini, e attraverso di essa vuole risvegliare l’amore affinché gli uomini siano attivi. Egli vuole che l’uomo accetti la Parola e si sforzi di vivere secondo questa. Questo ‘vivere secondo la Parola’, significa: dare amore a tutte le creature che sono intorno a lui. Egli vuole che gli uomini mangino con cuore affamato la Sua carne, cioè, che accolgano avidamente la Parola divina ed abbiano l’ardente desiderio di adempiere la Volontà divina; e poi, che bevano il sangue, cioè la forza che fluisce loro, non appena hanno ‘fame’ della Parola.

Egli vuole dare loro la vera vita attraverso la Sua carne e il Suo sangue, poiché, quando adempiono la Sua Parola sono attivi nell’amore, e appena trasmettono ‘amore’, ricevono anche ‘amore’, perché ora si avvicina loro l’eterno Amore stesso e colma i loro cuori con la Sua presenza. E allora avviene l’unione, …la comunione!

«Chi rimane nell’amore, rimane in Me, ed Io in lui…» (Gv. 15,5). Ciò significa: “Chi apre il suo cuore quando Io chiedo di entrare, …potrà contenere Me in tutta la pienezza! Il Mio Spirito, la Mia forza, fluiranno attraverso di lui, ed egli sarà interiormente unito a Me, così intimamente, da poter parlare in Mia presenza, avendoMi accolto del tutto in sé, perché ha adempiuto i prerequisiti che gli valgono la Mia presenza”. Così parla il Signore e vuole educare conformemente alla verità, e vuole che sia intesa la Sua Parola «Chi mangia la Mia Carne e beve il Mio Sangue…» (Gv. 6,54).

Egli vuole indicare agli uomini la comunione spirituale, la quale è l’unica a indicare l’unione con Dio, e che non può mai e poi mai essere sostituita da un atto esteriore. Donarsi a Dio nel più intimo amore e dimostrare quest’amore per Dio attraverso l’attivo amore per il prossimo, avrà inevitabilmente per conseguenza, che Dio stesso si protenderà verso l’uomo, colmo d’Amore, così che abbia luogo una beata unione, e attraverso di lui fluirà la forza divina. Infatti, l’Amore cerca l’unione, l’Amore di Dio e l’amore dell’uomo spingono l’Uno verso l’altro.

Questo processo non ha bisogno di azioni esteriori, perché queste sono solo motivo di false immaginazioni, poiché l’uomo ridurrebbe la personale presenza dell’Essere supremo, dell’eterna Divinità, ad azioni esteriori immensamente fuorvianti, che potrebbero del tutto fare a meno dello spirito interiore dell’amore e poi escludere completamente la presenza del Signore.

Dio, invece, vede solo il grado dell’amore del cuore dell’uomo, e non le formalità umane aggiunte, le quali, per conseguenza, hanno solo che si badi di più alla forma esteriore, e molto spesso sono eseguite completamente senza amore, di conseguenza non potrà mai aver luogo l’unione con Dio, la comunione con Lui.

Essere uniti al Signore è la cosa più preziosa, più deliziosa, che l’uomo possa raggiungere sulla Terra, e ottenerla, solo pochissimi lo desiderano. Piuttosto, molto spesso, gli uomini credono di essere uniti con Lui, e invece Gli sono ancora molto lontani, perché a loro manca ancora l’amore, che è l’unico a operare l’unione con Lui.

Chi porta a Dio il proprio cuore nell’amore più intimo, chi è costantemente attivo nell’amore, attira a sé inevitabilmente l’eterna Divinità, ed è unito ad Essa nel modo più stretto attraverso l’amore, anche se lascia inosservata la formalità esteriore di un legame spirituale, poiché Dio guarda ai cuori degli uomini, …e non bada alla formalità! – Amen!

 

______________

1 – ‘prende dimora nel cuore’ : l’indicazione si riferisce alla possibilità, data ai credenti, di ricevere la ‘voce interiore’, affinché, tramite il diretto contatto con Dio, possano affrontare qualsiasi difficoltà nella vita terrena, o nell’aldilà. [vedi il fascicolo n. 21 − ‘La voce interiore’]

  

*  *  *  *  *

< Pagina precedente