B. D. nr. 1954 a/b

(15/16. 06. 1941)

 

Come curare i discepoli di una comunità che vuole operare per lo spirituale

 

(da uno spirito-guida):

La comunità spirituale deve essere curata in modo tale che si riuniscano delle persone veramente volonterose di servire Dio, e che ora siano illuminate nello spirito, grazie alla maturità crescente in tali riunioni, affinché ciascuno possa trasmettere all’altro ciò che gli ha comunicato lo Spirito divino, sia tramite delle rivelazioni di tipo straordinario, come anche tramite l’influenza mentale degli esseri di luce. Sarà sempre una benedizione quando tali persone si scambiano i loro pensieri e giungono così a una luce sempre più splendente, perché, in verità, in tutti coloro che si sono riuniti tramite l’amore per Dio per impegnarsi insieme per Lui, lì opererà lo Spirito di Dio.

Quanto più costoro sono volonterosi a servire, tanto più pura potrà essere trasmessa loro la verità, e quanto più chiaramente sarà percepita la voce divina, tanto più efficace sarà la benedizione per il singolo in quelle riunioni spirituali. Dio ha sempre dato ai Suoi discepoli l’incarico di camminare in due o tre. […]

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(16. 06. 1941)

[…] La forza dello Spirito era più forte in ciascuno dei discepoli, e loro stessi poterono formarsi nella propria capacità oratoria, quando si esprimevano reciprocamente, prendendo così posizione anche verso ciò che veniva loro rivelato tramite lo Spirito di Dio.

Perciò, la comunità spirituale deve essere curata, e sarà sempre di benedizione quando in loro domina lo spirito dell’amore. Invece ogni disaccordo è un pericolo, non appena si trascina dietro l’animosità. Allora, si comprende da sé che mediante il cuore di colui che è diventato disamorevole, si potrà manifestare l’avversario, e c’è il pericolo che le sue parole siano credute. Ciò che è connesso all’amore, può conferire solo la più pura verità; invece il disamore apre le porte alla menzogna.

Se ora deve sorgere un’opera che abbia consistenza, che è destinata all’intera umanità come Fonte di forza, allora è anche comprensibile che quest’opera non debba essere messa a repentaglio anzitempo, cosa che potrebbe accadere facilmente, se la forza dello Spirito Santo non potesse operare ugualmente in tutti i partecipanti alla comunità, e perciò il valore del Dono divino non potesse essere giustamente afferrato e apprezzato.

Perciò il Signore si serve di uno strumento che è completamente privo di ogni legame durante la ricezione della Parola divina, che poi è destinato a offrire benedizione nell’intima comunità, ma in questa comunità possono essere annoverati solo coloro che accolgono la Parola pieni di fede, e che, mediante la loro profonda fede, sono anche in grado di afferrare tale Parola nella sua intera profondità e Sapienza. La forza sta nella stessa Parola! Chi l’avverte, ha il cuore puro, e costui fa parte della comunità alla quale Dio stesso conferisce la Sua benedizione, perché lì, tutti aprono i loro cuori per l’apporto della forza divina che è la Parola di Dio.

Coloro che vivono nel Signore, riconoscono anche l’effusione dell’Amore divino, e rappresenteranno unanimemente la Parola nei confronti dei loro simili. Invece coloro che portano in sé lo spirito del disamore, ai quali manca l’umiltà, e che comunque si sentono privilegiati nella chiamata per motivi esteriori, costoro non riconosceranno la Parola come Dono divino, e ne prenderanno posizione contraria. Tuttavia, la loro influenza sarà troppo esigua per distruggere ciò che Dio stesso vuole edificare per la benedizione dell’umanità! – Amen!

 

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