B. D. nr. 1756

(29. 12. 1940)

 

Il servire nell’amore è anche la trasmissione della luce, da parte di esseri non perfetti

 

(da uno spirito-guida):

Tutto ciò che c’è nell’universo serve all’essere per lo sviluppo verso l’alto, mentre ciò che ha raggiunto il necessario grado di maturità, diventa completamente indipendente da ogni opera della Creazione. Questa, a sua volta, ha lo scopo di condurre lo spirituale imperfetto alla perfezione, cioè di metterlo dinanzi a dei compiti, il cui adempimento significa ‘progresso spirituale’, e questi compiti significheranno sempre ‘un servire nell’amore’.

Considerato che le Opere della Creazione sono di genere diverso, allora anche i relativi compiti devono essere di genere differente, cioè, l’essere dovrà svolgere quell’attività utile a procurargli il progresso spirituale. E quindi, le opere della Creazione differiscono completamente l’una dall’altra, sia nella formazione come anche nelle condizioni dei suoi compiti, sempre però adeguate al grado di maturità degli esseri che le abitano.

Quanto più l’essere è disposto a sottomettersi alla Volontà di Dio nell’attività di servizio, maggiori compiti gli saranno affidati, e tanto prima potrà prendere dimora in quelle creazioni dove un alto livello spirituale rende il suo soggiorno bello e felice. Ciò perché il servire nell’amore, significherà un cambiamento nella luce, e questo farà scaturire sempre uno stato di felicità. Il servire nell’amore consiste nel fatto che l’essere vuol trasmettere la sua pienezza di luce, e poiché la luce è conoscenza, allora l’essere che cammina nelle sfere di luce trasmette la sua conoscenza agli esseri ancora ignoranti e, per così dire, irradia gli esseri ai quali manca la luce, con la sua luce.

Quindi le creazioni dove domina la luce devono sempre stare in un certo collegamento con le creazioni senza luce1, e le creazioni senza luce devono dipendere da coloro che irradiano luce, in modo che gli esseri di un’opera della Creazione servano gli esseri di un'altra. Il processo della trasmissione della luce, pertanto, è veramente una trasmissione di conoscenza, che però esteriormente si manifesta tramite la consegna di luce e forza luminosa alle creazioni povere di luce. L’irradiazione della luce è quindi la continua attività di esseri luminescenti, quando questi inviano la luce sotto forma di pensieri agli esseri ancora ignoranti. Inoltre, poiché ogni pensiero è anche luce e forza, non deve necessariamente essere accettato dall’essere bisognoso di luce, e allora la trasmissione di luce non può essere concessa, e lo stato di oscurità persiste.

Gli esseri di tali opere della Creazione ai quali la luce non penetra perché non la desiderano, sono ancora molto distanti da Dio, la cui conoscenza è minima, e la volontà rivolta a Dio è molto debole. Gli esseri che già dimorano nella luce non hanno nessun potere a costringerli ad accettarla. Così essi irradiano la loro abbondanza di luce prevalentemente su quelle opere della Creazione i cui abitanti si rivolgono già alla luce, trovandosi nel desiderio della Sapienza di Dio, e perciò si lasciano istruire volentieri, e quindi accettano la luce sotto forma di conoscenza spirituale.

L’attività didattica di tali esseri che dimorano in creazioni capaci di splendere, è in certo qual modo anche la spiegazione dell’irradiazione luminosa di tali astri. Un corpo luminoso, un sole, irradierà innumerevoli creazioni non luminose, e questa è un’attività nell’amore degli esseri dell’aldilà che si trovano già in un alto grado di maturità, e che vogliono ridonare agli esseri che camminano ancora nell’oscurità, quella luce che sono in grado di ricevere continuamente. Essi, quindi, abitano in creazioni che corrispondono al loro stato spirituale, cioè, che essendo ancora molto distanti dall’essere dei ‘portatori di luce’, ricevono la luce e la forza luminosa da altre opere della Creazione. – Amen!

 

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1 – I soli sono dei trasmettitori di luce, mentre i pianeti o gli asteroidi, come anche le comete, sono dei ricevitori di luce

 

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