B. D. nr. 0645 a/b
(29/30. 10. 1938)
L’anima deve svolgere l’attività terrena, ma tendente allo spirituale, con fede e amore
(da uno spirito-guida):
Ogni essere che entra in contatto con la Terra ha un destino terreno visibile e, allo stesso tempo, un’attività corrispondente al senso spirituale da svolgere, il che è comprensibile solamente se tutta la vita terrena si considera nel modo giusto. In determinati intervalli di tempo l’essere si è separato dalla sua rispettiva forma, ha adempiuto il suo compito in essa, è stato attivo in modo terreno, vivificando l’Opera della Creazione di Dio ed ha anche utilizzato il tempo di maturazione spirituale assegnatogli da Dio, affinché una nuova forma1 potesse accoglierlo per un ulteriore sviluppo.
Ora, però, l’essere spirituale deve affrontare delle resistenze sempre maggiori, da superare quanto più matura e voluminosa è diventata la forma esteriore. Ogni essere nella divina Creazione può giungere alla condizione di maturità solo attraverso la resistenza, perché attraverso il superamento di questa, tende verso l’alto, e solo questo viene valutato dall’eterno Creatore. Senza resistenza non può mettere alla prova la propria forza, quindi non può nemmeno fornire la dimostrazione di forza e potenza interiore.
Se ora l’essere si avvicina al suo perfezionamento, che solo ora gli rende possibile l’incarnazione come essere umano, allora aumenterà rispettivamente anche l’impulso per l’attività terrena, e perciò tali anime avranno poi l’aspirazione di essere degne di un grande compito, per poter ingrandire il loro progresso attraverso di questo. Prima della sua incarnazione l’anima come uomo riconosce molto bene la situazione nella quale si trova, e non ha altro scopo che finire molto presto il tempo del suo cammino sulla Terra, e perciò vorrebbe essere sempre e solo attiva in ogni forma, per poter migliorare il più presto possibile la condizione terrena che è la più dolorosa, che l’opprime tantissimo. E tuttavia, essa perderà tantissime occasioni che potrebbero lenire le sue sofferenze. Spesso lei rinuncia senza opporre resistenza alla lotta per il progresso finale, non lavora per il bene di se stessa sulla Terra, e a causa della debolezza della fede, resta limitata nella sua vera attività.
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(30. 10. 1938)
Questo è un processo comprensibile a tutti, se solo rifletteste che non può svolgersi in nessun modo uno sviluppo progressivo se l’essere, già nella materia, resta sempre nella stessa condizione, se non sperimenta nessun cambiamento, se la forza divina non può operare, poiché questa si manifesta solamente quando sono state soddisfatte le pre-condizioni, le quali consistono in questo: innanzitutto una ferma fede in una Potenza divina e, da questa fede, mettere in atto le richieste poste dalla Potenza divina!
L’essere spirituale, prima dell’incarnazione come essere umano, soddisferà queste richieste di Dio, perché deve eseguire la Volontà di Dio, quindi adempiere un compito che gli viene assegnato in ogni forma. Infatti, come uomo ha doni del tutto diversificati, ha il Dono della ragione, dell’intelletto e della libera volontà. In tal modo egli può esaminare tutto, e accettare o rigettare. E poiché gli è stata messa nel cuore una scintilla divina della conoscenza, ora egli stesso può pensare e mettersi in uno stato di fede interiore, e solo allora inizia la risalita. Ma senza fede, l’uomo percorre la sua via terrena in uno stato spirituale immutato, e non adempie sulla Terra il compito che gli è stato posto.
Ora il tempo a cui l’essere ha aspirato prima, trascorre inutilizzato, pur sapendo che solo quest’incarnazione come uomo può procurargli la liberazione dalla materia. Ora tutte le esigenze che la vita terrena pone all’uomo saranno adempiute secondo le sue forze, mentre l’unico e più importante, lo sviluppo verso l’alto dell’anima, non viene considerato. Eppure, l’essere deve percorrere questa via terrena senza conoscere il vero scopo, lui stesso deve da solo appropriarsi di questa conoscenza, dato che per questo ne ha ricevuta la facoltà.
Egli deve da se stesso trovare la somma Divinità e desiderarLa, dato che solo così può aver luogo il completo ritorno nella Casa del Padre. Un essere obbligato non potrebbe mai assomigliare a Dio, e non potrebbe nemmeno rimanere mai a lungo in collegamento con il Padre celeste, perché non potrebbe mai liberarsi completamente dalle sue brame, le deve vincere pienamente credente e con la libera volontà, e aprirsi così la via verso l’alto.
E ora è anche comprensibile il perché la vita spirituale di ciascuno è del tutto indipendente dall’attività terrena. Lo spirito è libero, non si lega, e prende la sua dimora là dove gli aggrada. Spesso, però, solo in questa attività e le sue conseguenze hanno l’effetto sulla vita terrena, ne vengono stimolati l’intelletto e i pensieri, in un modo che viene stimolata la ricerca per trovare il nesso nel rapporto tra l’attività spirituale e quella terrena.
Allora inizierà la fede e, con questa, la liberazione dell’anima dalla materia, perché la giusta fede procura l’amore per Dio e per il prossimo, e l’amore è l’unica possibilità per liberare se stessi. L’amore ha un effetto benefico in ogni relazione, mette l’uomo nella condizione della conoscenza, lo nobilita e attira tutto lo spirituale nell’uomo verso l’alto. L’amore procura la definitiva unione con il Padre celeste, che è l’Amore stesso! – Amen!
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1 – ‘una nuova forma’ : tutta la Creazione materiale, così pure la Terra, non è altro che spirito condensato, relegato nella materia che vuole evolversi, e poter vivere come uomo libero per poi ascendere in alto nel regno dello spirito. [vedi il fascicolo n. 100 “Lo sviluppo dello spirituale nelle creazioni”]
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