B. D. nr. 0634

(22. 10. 1938)

 

Nel giorno del Giudizio, la sorte dei buoni e dei cattivi nell’aldilà

 

(da uno spirito-guida)

Nel giorno del Giudizio starete alla Porta del paradiso a chiedere l’accesso, e saranno giudicati i vivi e i morti. Chi era colmo di vita e di fede verrà lasciato entrare nel regno dell’eterna magnificenza, ma guai a coloro che sono morti ai quali manca la fede e, nella scelleratezza, in tal modo si sono resi indegni del paradiso celeste. Costoro non saranno accettati, ma saranno precipitati nella più profonda oscurità. A loro il Signore ha dato abbastanza indicazioni sulla Terra affinché potessero ritrovare la via del ritorno a Lui, ma le Sue parole sono echeggiate oltre, inascoltate, e per la loro propria incredulità hanno aggiunto dell’ulteriore colpa all’incredulità di altri, cercando di distruggere in questi tutta la fede e rallegrandosi del traguardo raggiunto.

Oh, guai a costoro! Confinare la propria anima nell’abisso è indicibilmente triste e riprovevole, ma essere co-colpevoli della dannazione dei propri simili, rispettivamente delle loro anime, è da irresponsabili e saranno puniti dal divin Vendicatore con la Sua ira già qui sulla Terra e poi nell’aldilà. Coloro che Lo hanno servito fedelmente e si sono uniti con il divin Spirito del Padre, che hanno trovato Dio, si rallegreranno della magnificenza. A costoro nell’aldilà splenderà una chiara luce, e li attenderanno delle gioie imperiture, perché l’Amore del Padre è incommensurabile e prepara loro tutte le delizie del Cielo.

E così tutti avranno la loro giusta ricompensa nell’eternità: i giusti vivranno nel Signore, ma verranno respinti dalla vicinanza del Signore coloro che hanno agito contro i Suoi Comandamenti e non hanno voluto riconoscerLo come il loro Creatore e Padre. E questa lontananza dal Padre sarà il loro più grande tormento; perché a loro verrà tolta ogni luce, e la loro parte sarà l’oscurità più profonda. La misura della loro insufficienza li opprimerà e creerà una condizione dolorosa di pentimento, e si ribelleranno contro l’inesorabile potere che li tiene legati. Invece a quei buoni spiriti da Dio spetterà ora il compito di iniziare su questi la loro opera di redenzione e di andare a prendere anche queste anime attraverso il loro amore che mai si stanca, per portarle su verso la luce.

Quest’impresa è indicibilmente difficile, e agli esseri spirituali amorevoli si oppongono delle resistenze di ogni genere. Chi riconosce e si pente, non è perduto senza salvezza e, anche se sotto tormentose sofferenze, risale comunque lentamente. Ma l’odio e il vizio sbarrano sovente da sé con piena volontà la via che può condurre dall’eterna oscurità alla luce. Là la loro condizione è poi continuamente la più grande miseria. Tali anime devono attraversare il fuoco delle loro passioni per un tempo indescrivibilmente lungo, finché non sarà accettata la misericordia rivolta a loro continuamente, ma possono passare delle eternità; invece, nelle stesse eternità ai figli di Dio risplende il fuoco del divino Amore, essendo uniti all’eterna Divinità, …l’Origine primordiale di ogni essere! – Amen!

 

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